L’iridologia è una delle tecniche di analisi più diffusa in Occidente nell’ambito delle discipline olistiche. Scoprine i principi e quando utilizzarla nella tua routine professionale.
Gli argomenti di questo articolo
Origini dell’iridologia
Nell’antica Mesopotamia, più di 2600 anni fa, si osservavano il mutare del colore degli occhi, il progredire del colore nel volto e nel corpo per comprendere l’esito delle malattie; si sosteneva infatti che i disturbi dell’uomo fossero prodotti da eventi cosmici e che ciò che succedeva nel cosmo era ben visibile nel corpo, appunto nell’iride.
Nel mondo antico, dai reperti che abbiamo ritrovato, l’osservazione era generalizzata a tutto l’occhio; solo nel 1886 in Ungheria, Ignatz Von Peczely, dichiarato “padre dell’iridologia moderna”, produce la prima mappa iridologica, specializzandosi sull’osservazione dell’iride.
A seguire, degno di nota, l’omeopata e reverendo svedese Nils Liljequist, che produsse nel 1893 la sua mappa iridologica comprensiva, nell’area della corona, dell’apparato gastrointestinale. Da quegli anni, fino ai giorni nostri, ci fu una rapida escalation, passando attraverso la scuola tedesca, francese, americana ed infine quella italiana, che hanno plasmato quella che viene definita iridologia classica.
Ai giorni nostri, grazie a vari brillanti studiosi, ci siamo addentrati nello studio dell’iridologia collegata al sistema nervoso autonomo, al sistema immunitario, alla psicosomatica, alla Medicina Analogica, alle neuro scienze e chissà cos’altro ci aspetta.
Occupandomi di Iridologia Olistica trovo di grande stimolo tutti questi eccellenti lavori che ci possono permettere, sempre più, di conoscere la persona che abbiamo davanti da vari punti di vista.
A che cosa serve l’iridologia
L’analisi iridologica non deve essere fine a se stessa; può sembrare un’affermazione banale, ma, spesso, sia in neofiti che iridologi più esperti, avviene una sorta di “voglia di fare bella figura” e, siccome l’iridologia funziona e ci permette di conoscere in modo olistico la persona che abbiamo davanti, si presenta il rischio di focalizzarsi più sulla tecnica che sul fine, che è fornire consigli rieducativi mirati e calibrati sulla persona, in modo che abbia la possibilità di seguire un suo specifico percorso di crescita individuale, stabilizzando successivamente i risultati raggiunti.
Analisi dell’iride
L’iridologia consiste nell’interpretazione dettagliata dei vari segni, macchie, pigmenti e colori che compongono le iridi. Attraverso l’analisi dell’iride abbiamo la possibilità di avere “un accesso preferenziale” alla comprensione umana: è come se, metaforicamente, potessimo visionare dei “preziosi e personali documenti”, starà a noi, grazie alla formazione e l’esperienza che abbiamo sviluppato, poter tradurre questi “documenti” e, di conseguenza, offrire i migliori stimoli alla persona attraverso un riequilibrio su più piani, con un lavoro di tipo olistico.
L’iridologia ci permette di analizzare la persona osservandone i punti deboli, le attitudini, i sovraccarichi metabolici, distinguendo le tendenze genotipiche da quelle fenotipiche, l’equilibrio del sistema nervoso autonomo ed eventuali traumi avvenuti nel tempo.
Anatomia breve dell’occhio
L’iride, la parte colorata dell’occhio, è posta anatomicamente al di sotto della cornea ed ha al suo centro la pupilla, che svolge la funzione di diaframma nella struttura ottica. La pupilla è un orifizio di ampiezza variabile modulato dallo sfintere pupillare, composto da fibre muscolari circolari comandate dal sistema nervoso parasimpatico e dal muscolo dilatatore pupillare, composto da fibre muscolari radiali comandate dal sistema nervoso simpatico.
Per mantenere equilibrata la pressione endooculare, fisiologicamente l’occhio produce l’umor acqueo nella camera posteriore dell’occhio (zona posta dietro il cristallino), facendolo defluire attraverso la pupilla e lambendo l’intera iride, riassorbendolo nel reticolo trabecolare, l’angolo posto tra iride e cornea. Con questo meccanismo l’occhio è in grado di garantire la sua giusta pressione oculare.
Inoltre il tessuto irideo è composto da fibrille, filamenti di tessuto connettivo disposti in modo radiale, che possono essere più o meno appaiate e ben distribuite, dando al piano irideo un’apparenza che va da un tessuto compatto, quando sono vicine e dritte, ad uno lacunoso se le fibre sono molto sinuose e distanziate, passando attraverso molteplici sfumature. Da un punto di vista riflesso, osservando la mappa iridologica, possiamo presupporre che analogamente al tessuto irideo, gli organi riflessi possano avere un tessuto connettivo più forte o più debole.
Le costituzioni iridologiche
Ogni persona è unica ed irripetibile, come le sue iridi, quindi non è possibile trovare due iridi identiche. Per agevolare la pratica iridologica sono state strutturate delle costituzioni, con relative sottocostituzioni, abbinando ad ognuna le peculiarità relative alla persona: la tendenza, i punti deboli, le attitudini, i caratteri predominanti.
Le costituzioni iridee sono delle classificazioni di grandi “famiglie” di iridi, utilizzando il colore di base ed eventuali altri segni iridei caratteristici per identificare le sottocostituzioni che permettono all’iridologo una comprensione più veloce delle macro tendenze della persona osservata. Sono sicuramente di grande utilità, insieme agli altri segni osservati, per sviluppare un progetto olistico specifico “tagliato su misura”.
Le colorazioni dell’iride e le corrispettive costituzioni sono:
Una colorazione di base dall’azzurro al grigio chiaro, relativa alla costituzione linfatica, con sottocostituzione: linfatica idrogenoide, linfatica uremica e linfatica neurogena;
Un’iride pigmentata (quindi non è possibile classificare le fibrille del tessuto irideo) con un colore di base marrone scuro bruno, relativa alla costituzione ematogena, con sottocostituzione ematogena tetanica;
Un colore di base intermedio tra le due sopra citate, relativa alla costituzione mista o biliare, con sottocostituzione ferrocromatosa.
I principali segni iridologici
Possiamo genericamente distinguere due tipologie di segni: quelli strutturali e quelli metabolici. I segni strutturali sono quelli che riguardano le fibre del tessuto irideo, come per esempio le lacune e cripte (delle aperture del tessuto a forma di foglia o romboidali), che, molto spesso, possiamo riscontrare sul piano irideo. Visto che la lacuna e la cripta sono un’apertura del tessuto, ovvero una mancanza, possiamo, per analogia, ipotizzare un segno di debolezza di tipo connettivale del corrispettivo punto riflesso come da mappa.
Da un punto di vista iridologico questi due segni hanno una principale valenza genetica, quindi i segni potrebbero indicare anche una predisposizione.
I segni metabolici riguardano maggiormente la funzionalità e la capacità metabolica: per esempio, tutte le pigmentazioni e macchie (le colorazioni diverse da quelle di base costituzionali). Osservando il colore potremmo ricavare delle informazioni sul tipo di squilibrio; in questo caso questi segni hanno una valenza maggiormente fenotipica, quindi potrebbero esser stati generati ed essere manifesti. Rispetto all’anatomia e fisiologia dell’occhio, le pigmentazioni potrebbero ipoteticamente essere generate dall’umor acqueo che, lambendo continuamente l’intera iride, potrebbe depositare dei metaboliti sul piano irideo.
Come anticipato precedentemente, in un’analisi iridologica è spesso facile trovare dei raggi e/o anelli, che facilmente sono accompagnati da miosi o midriasi pupillare e possono farci pensare ad un eccesso di reazione del sistema nervoso simpatico o parasimpatico; anatomicamente è sensato presupporre che siano generati da un eccesso di costrizione pupillare (sistema parasimatico – vagotonia) e dilatazione pupillare (sistema simpatico – simpaticotonia).
Il bordo irideo esterno è la zona riflessa della circolazione corporea e dell’organo pelle; se per esempio riscontriamo un bordo bluastro o frangiato, possiamo presupporre uno squilibrio in quei settori. È interessante osservare che, anatomicamente, al di sotto del punto di contatto tra cornea ed iride, abbiamo appunto la circolazione sanguigna dell’iride.
Come si svolge un’analisi iridologica
Prima di iniziare qualsiasi analisi iridologica, è utile dedicare alcuni minuti alla spiegazione, seppur breve, di chi siamo, di che cosa faremo e chiedere per quale motivo la persona è venuta da noi. Con l’utilizzo del nostro strumento, a riguardo vi darò qualche informazione più avanti nell’articolo, osserviamo le iridi.
Iniziamo verificando le geometrie, la forma, la grandezza del margine irideo esterno e, successivamente, la pupilla e il collaretto. Il rapporto tra queste porzioni anatomiche dell’iride ci dà delle importanti informazioni.
I primi parametri da valutare sull’iride sono: il tipo di tessuto, la costituzione e le eventuali eterocromie. Successivamente possiamo partire dall’interno verso l’esterno analizzando le varie porzioni.
Personalmente consiglio sempre ai miei allievi del Corso di Iridologia di 5 week end di focalizzarsi sui tre segni/caratteristiche principali riscontrati e, da questi, formulare, insieme all’utente, l’ipotesi.
Il principale obiettivo della nostra analisi iridologica, come detto sopra, è quello di aiutare la persona a trovare il suo equilibrio, intraprendendo un personale e specifico percorso di Guarigione. Per riuscire a raggiungere questo scopo dovremo essere dei bravi motivatori e dovremo sviluppare, insieme all’utente, uno specifico progetto olistico che andremo ad istituire attraverso l’ipotesi precedentemente formulata e grazie a tutti i segni iridei che abbiamo riscontrato.
Utilizzo dell’iridologia in un’analisi comparata
Insegno iridologia all’interno della Scuola di Naturopatia LUMEN perché i nostri naturopati possano avere nella propria “valigetta degli attrezzi” più strumenti possibili; la comparazione tra più tecniche di analisi ci può permettere di osservare la persona da vari punti di vista differenti ed inoltre sia il naturopata che l’utente potrebbero preferire, per vari motivi, una tecnica piuttosto che un’altra.
Utilizzare l’iridologia per la scelta dei consigli rieducativi
Come indicato precedentemente, in base alla costituzione, ai punti deboli, all’attitudine della persona, all’ipotesi formulata ed al collegamento tra tutti i segni riscontrati possiamo, attraverso la nostra personale esperienza e l’adeguata formazione della Scuola di Naturopatia LUMEN, dare degli stimoli rieducativi personalizzati, che dovranno essere da noi motivati e che porteranno frutto nel percorso della persona.
Caso clinico
Luigi, 80 anni, segni iridei:
- anello gastrico in entrambe le iridi (è un’eterocromia presente sull’orlo pupillare esterno, zona stomaco)
- miosi pupillare (con una normale illuminazione si ha un restringimento eccessivo della pupilla)
- costituzione linfatica, trama intermedia
- varie macchie di colore marrone
- margine della corona a zig zag di colore bianco torbido
- appiattimento pupillare ad ore 11 circa, iride destra
- lunule in entrambe le iridi nella zona nasale (è un leggero ispessimento del margine irideo esterno, presente solitamente ad ore 3 e/o 9) e leggero schiacciamento del margine irideo esterno nella zona nasale inferiore in entrambe le iridi.
Dal colloquio con Luigi, valutando l’anello gastrico ed il margine della corona irregolare e bianco, è emerso che presenta difficoltà digestive (gastrite con reflusso) e colon irritabile, problematiche croniche presenti da molto tempo, infatti l’anello gastrico rappresenta difficoltà gastriche ed il margine della corona bianco ci fa pensare ad un’infiammazione intestinale con un’ipotetica difficoltà metabolica dei cibi.
Portando attenzione all’appiattimento pupillare ad ore 11, zona riflessa della porzione cervicale della colonna vertebrale e segno riconducibile a potenziali tendenze di tipo depressivo, Luigi ha condiviso una depressione presente da molti anni che controlla con l’utilizzo di vari psicofarmaci ed una rigidità di tutta la colonna vertebrale.
Le lunule in entrambe le iridi possono essere collegate a squilibri di tipo pressorio sanguigno, con l’ulteriore segno dello schiacciamento irideo esterno che, solitamente, ci parla di ipertensione. In effetti Luigi mi conferma un’ipertensione trattata farmacologicamente.
Leggendo le iridi in modo olistico ho ipotizzato insieme a Luigi che la sua tendenza ad essere troppo selettivo (miosi pupillare) e vivere con estrema tensione/rabbia gli accadimenti della vita (macchie fegatose), tenendo tutto dentro, cercando di “digerire” eventi che reputa inaccettabili, possano essere un terreno fertile per generare squilibri come: infiammazioni all’ intestino e colonna vertebrale (tenendo il “calore” internamente), aumento della pressione sanguigna, legata all’aumento della “pressione interiore” dovuta alla NON espressione del proprio vissuto. Luigi è una persona che, superficialmente, risulta rigida e critica verso tutto e tutti, ma, grazie all’analisi iridologica, ho scoperto un’estrema sensibilità e dolcezza che cela al mondo esterno.
Attrezzatura per l’iridologo
Per una buona analisi iridologica, oltre alla formazione e all’esperienza, servono due elementi indispensabili: un ingranditore per iride e una mappa iridologica. Vediamole nel dettaglio.
Gli strumenti che si possono utilizzare per effettuare un’analisi iridologica sono vari, con notevoli differenze di possibilità d’osservazione, di definizione, di fedeltà di colore dell’iride, e soprattutto di prezzo.
Per iniziare ad avvicinarsi all’iridologia è sufficiente una buona lente d’ingrendimento con led , ma, chiaramente, questo economico strumento non ci permette di salvare l’immagine dell’iride del nostro utente.
Reputo che un buon compromesso tra qualità e prezzo possa essere l’ iridocamera che, nonostante la difficoltà nella valutazione dell’orlo pupillare interno, ci permette di archiviare l’immagine analizzandola meglio sul momento e, in un secondo momento, ci può permettere un confronto con una nuova analisi iridologica. Lo strumento d’eccellenza per l’analisi iridologica è l’ iridoscopio con telecamera integrata, una sorta di microscopio con la possibilità di salvare le immagini, che ci permette di fotografare tutte le porzioni dell’iride; l’unico difetto potrebbe risultare il prezzo.
Esistono al mondo varie mappe iridologiche, ognuna disegnata da eccellenti iridologi e dettata dalle loro esperienze ed intuizioni. Tra le mappe esistono molte similitudini, ma anche discordanze; reputo che non esista la mappa “giusta” o “sbagliata”: in tutti questi anni ho compreso che ogni mappa va rispettata per quella che è e, se voglio essere d’aiuto al mio utente, è interessante conoscerle e sperimentarle sul campo. Grazie a tutti i miei insegnanti e, dopo aver osservato tante di iridi, ne ho disegnata una mia, la mappa LUMEN di Iridologia Olistica che ora utilizzo durante i miei corsi.
In commercio esistono pochi libri dedicati all’iridologia e LUMEN Scuola di Naturopatia ne ha realizzato uno: un manuale completo di mappe, schemi e foto delle iridi.
Apprendi la tecnica
Se vuoi comprendere in profondità come praticare l’iridologia, ipotizzare condizioni organiche, fisiologiche, metaboliche, costituzionali, comportamentali, psico/emotive e, attraverso anche una lettura analogica, di strutturare gli stimoli rieducativi personalizzati, ti consiglio di iscriverti al corso di Iridologia presso LUMEN.
Durante il corso della durata di 80 ore formative, avremo l’occasione di approfondire tutte le fasi dell’analisi iridologica, l’integrazione delle diverse mappe, il terreno individuale e le potenzialità di ogni tipologia iridologica. Sperimenteremo con moduli completamente dedicati alla pratica il corretto utilizzo degli strumenti di rilevazione.
Il corso di Iridologia Olistica è anche parte del programma formativo quadriennale per diventare Naturopata. Come per ogni corso monografico, ti verranno riconosciute nell’ambito del tuo piano di studi personale queste ore di formazione, qualora decidessi di iscriverti alla Scuola di Naturopatia.
2 replies to "Iridologia strumento di analisi olistica"
penso che sia una tecnica molto efficace per la prevenzione e per l’auto conoscenza
Si è proprio così, Grazie mille Anna Rita